Intervista a Mario Paterlini, CEO del Gruppo Sapio, a cura degli studenti dei Master ISTUD
L’intervista a Mario Paterlini, CEO Gruppo Sapio a cura di Valentino Terenzio, Flavia Genna, Edoardo Finizio, studenti dei Master in Risorse Umane e Organizzazione e Vincenzo Piparo, studente del Master in Marketing Management.
Valentino Terenzio: Buonasera, grazie per essere qui e un benvenuto da parte della Fondazione ISTUD. Possiamo iniziare questa intervista con la prima domanda: parliamo sempre di industria 4.0 ma il Gruppo Sapio quali azioni ha svolto effettivamente per implementare il proprio business e quali nei prossimi anni intende svolgere?
Mario Paterlini: Questa è una domanda molto tecnica. Oggi mettiamo “4.0” ovunque, noi cerchiamo nel nostro piccolo di fare delle cose molto concrete e di non utilizzare questa parola un po’ di moda per fare uno “show”. Ci muoviamo sempre di più verso tutto ciò che può migliorare la qualità del servizio ai nostri pazienti e clienti da una parte, e a livello della produzione cerchiamo di automatizzare il più possibile i nostri impianti per migliorarne l’efficacia.
Prendo un esempio molto concreto: oggi 3 dei nostri impianti che producono gas stanno lavorando senza una presenza umana e sono gestiti da remoto. Un altro esempio: abbiamo lanciato tre settimane fa la prima cisterna gestita con pannelli solari al fine di avere indicatori in tempo reale su pressione, su quantità di prodotto, su flusso, su un insieme di cose.
Un altro esempio: per i nostri pazienti e clienti gestiamo con l’IOT, attraverso un progetto pilota, per seguire e tracciare tutti i nostri contenitori che abbiamo presso pazienti o clienti.
Un altro progetto pilota serve per riordinare un prodotto, piuttosto che inserire l’ordine nel computer o chiamare il nostro centro di servizi condivisi, c’è un pulsante per l’operatore che quando ha finito la bottiglia di gas preme il pulsante e direttamente c’è l’ordine che arriva da noi. Questi sono alcuni esempi sui quali stiamo lavorando. L’obiettivo è continuare sempre di più a mirare a questo tipo di tecnologia per migliorare la qualità di servizio e il servizio ai nostri pazienti e clienti da una parte e dall’altra parte migliorare la nostra efficacia. Per questo che abbiamo creato 18 mesi fa anche una posizione di CDO Chief digital officer di cui la principale responsabilità è di innovare su questo ambito, sulla digitalizzazione del nostro business.
Vincenzo Piparo: L’Italia negli ultimi anni ha sviluppato un processo di sensibilizzazione sul risparmio energetico. Sicuramente con le ultime politiche incentivanti è stato il conto termico 2.0 quindi con la sostituzione magari di macchine obsolete lettere con macchine più performanti e l’utilizzo di nuovo gas tipo l’R32. Per quanto riguarda quindi i prodotti come il gruppo Sapio si sta cercando di inserire in questo nuovo contesto green e soprattutto come lo comunica a clienti già esistenti o possibili clienti futuri?
Mario Paterlini: Ci sono gli HFO (HidroFluoroOlefine), che sono quelli che noi oggi cerchiamo sempre di più di distribuire. Non siamo produttori ma distribuiamo e cerchiamo sempre di più di utilizzare prodotti con basso GWP.
Questo al fine ovviamente di diminuire l’emissione di CO2 e di permettere di avere sempre di più un ruolo chiave nell’ambiente. Allo stesso tempo il mio sogno sarebbe di consumare solo energie green per essenzialmente la forza motrice perché consumiamo tanta tanta energia elettrica e stiamo lavorando su programmi che ci consentiranno di essere veramente una società 100% green che sarebbe credo la prima al mondo a fare questo tipo di cose.
Edoardo Finizio: Ho notato che il 94% del vostro fatturato deriva direttamente da attività sul suolo italiano. Avete intenzione, visto comunque la crescita lenta in Italia, di ampliare il vostro business al di fuori quindi del mercato interno e, se sì, se avete intenzione di incrementarlo attraverso quel 6% già esistente di attività in Francia, Germania, Turchia e Slovenia oppure se avete già individuato altri mercati esteri.
Mario Paterlini: I nostri prodotti e servizi non possono viaggiare. Non siamo una società che produce in Italia e può vendere il suo prodotto ovunque nel mondo perché i nostri prodotti non viaggiano a causa del costo del trasporto o a causa del servizio che dobbiamo erogare vicino al cliente o al paziente.
E’ per quello che non è così scontato quando diciamo vogliamo aumentare la percentuale del nostro fatturato fuori Italia non è sempre scontato di poter farlo utilizzando i nostri assets italiani, ma per fare questo dobbiamo avere degli asset nei paesi in cui lavoriamo, oggi siamo presenti in 5 paesi e l’obiettivo è di attuare una politica per aumentare la quota del nostro fatturato fuori Italia essenzialmente in operazioni di M&A.
Flavia Genna: “In alcune ricerche mi sono resa conto che Gruppo Sapio volge uno sguardo attento a quella che è la risorsa umana. Nel concreto la funzione HR come incrementa il welfare aziendale e soprattutto quello che mi interessava sapere se il gruppo Sapio intende nel prossimo futuro incrementare delle nuove filosofie manageriali quali ad esempio lo smart working o se già le implementate attraverso quali sperimentazioni”
Mario Paterlini: Innanzitutto cerchiamo di essere una società in cui si vive bene. E questo vuol dire una società dove la gente possa trovare un luogo di lavoro dove possa sviluppare i suoi talenti, possa avere un ambiente di lavoro con colleghi felici e avere il sentimento di veramente poter progredire da una parte e di essere veramente protagonista dall’altra.
Questo è quello che chiamo la vera responsabilità sociale: permettere a ognuno all’interno della società di poter progredire, di poter imparare e dunque di migliorare la sua employability. Di conseguenza normalmente quando c’è una progressione generi una soddisfazione e un piacere in quello che si fa.
Per quello che riguarda lo Smart Working, abbiamo lanciato un progetto pilota perché ovviamente nella nostra attività non è possibile attivarlo per tutte le funzioni. In casi come questi, quando non tutti possono beneficiare di un servizio, come può essere lo Smart Working è importante essere equi, essere trasparenti, essere chiari su quello che vuoi raggiungere. Stiamo iniziando dunque ad attuare un progetto legato allo Smart working per alcune delle nostre funzioni.
Edoardo Finizio: “In questo contesto di cambio di competenze dove comunque contano molto anche le soft skills per i lavoratori, voi applicate delle politiche di formazione oltre a quella della job rotation e le esternalizzate a società esterne?”
Mario Paterlini: Abbiamo lanciato un programma sulla sulla formazione 3 anni fa. Per ogni singolo dipendente vogliamo essere capaci di dare tre giorni di formazione a persona ogni anno, dall’operaio al dirigente. Adesso siamo a 5 giorni di media a persona. Stiamo sviluppando un programma legato al “saper essere”, saper essere per saper fare, dunque legato a tutto quello che riguarda le soft skills.
E’ un programma che è iniziato 18 mesi fa, che va dalla consapevolezza all’arte della parola, alla negoziazione, dunque tutte le cose che possono veramente fare la differenza dal punto di vista delle soft skills. Sappiamo che oggi quando una società assume una persona prende come un prerequisito la ”competenza tecnica” ma la differenza la di fa veramente sulle skills che sono essenzialmente la capacità di lavoro in squadra, la collaborazione, la capacità di influenzare. Per me sono fondamentali e sviluppando sempre di più le soft skills delle persone si crea un ambiente in cui la gente si sente bene.